LUCIFERO
Regia Paolo Biribò | Con Fabio Rubino
Luci Silvia Avigo | Costumi Antonio Musa
Audio e Video Editing Silvia Avigo, Paolo Biribò
Produzione Archètipo in collaborazione con EsTeatro e Officine Arca.
Lucifero – drammaturgia poetica, dai toni crudi e surreali – mette in scena la caduta dell’angelo, facendo di questa caduta e di questa icona estrema la metafora della nascita. Nascita come ferita irrisarcibile, risveglio improvviso nella precarietà del corpo e nel subbuglio dei bisogni, un incarnarsi mortale e inerme, abbandonato a sé e incessantemente desiderante.
Scostandomi completamente dal luogo comune del diavolo, ho avuto interesse ad esprimere, attraverso questo archetipo, la condizione di un’anima fragile ed eccedente, che si sfalda in un continuo passaggio tra onnipotenza e impotenza, preghiera e bestemmia, un ottovolante di opposti stati interiori, specchio del nostro ‘troppo umano’.
Lucifero, ancora impastato di cielo, memore di un paradiso sentire, è adesso stretto in un inferno mancare ed è una creatura inquieta, stupita, rabbiosa, un bambino struggente che mette in parola lo strappo dal tutto pieno, mostrando impudicamente gli eccessi della nostra carenza originaria.
Creatura disadatta, somma delle diversità, crogiolo di fame e vocazione all’impossibile come ognuno di noi.
Chiara Guarducci
note di regia
Lucifero è la metafora della caduta dell’uomo. Una presa di coscienza di sé tramite il dolore; sesso, potere, nostalgia, mancanza, lotta con sé stessi e con Dio, un Dio vissuto come condanna ad una perenne infelicità, che proprio nella condizione umana trova il suo compimento.
Quando l’uomo angelo incontra la realtà fisica lo spirito la percepisce unicamente come corruzione e annullamento di sé.
Lucifero uomo angelo che cade, Demone o Santo votato all’estremo sacrificio, acquista nell’incontro con la realtà fisica, una dimensione eroica, simbolo del disagio dell’anima nella continua dialettica tra finito e infinito, tra vuoto e pieno, tra dolore e assenza, a tratti solipsistica, di ogni percezione.
La realtà diventa quindi violenza e la risposta dell’uomo Lucifero non può essere altro che la non accettazione di un destino imposto da un Dio vissuto contemporaneamente come appartenenza e separazione, come coscienza della propria natura profonda, ma an-che bersaglio della ribellione e della alienazione dell’uomo. Un Dio vissuto come perdita delle proprie radici, origine per assurdo di un male di vivere che nella figura di Lucifero trova la sua più alta espressione.
Con l’obbiettivo di rendere lo spettacolo capace di avvicinarsi alla condizione interiore dello spettatore, si affiancano ad un attore professionista, soggetti provenienti da differenti culture e voci di figure dal teatro tradizionale del territorio capaci di rimandare ad una verità quotidiana che appartiene al vissuto popolare. Il progetto prevede la collaborazione con gli attori della compagnia di teatro popolare “Il Campanile” di Guagnano (Lecce).
Paolo Biribò
regia | paolo biribò
Formatosi presso il corso di recitazione di Orazio Costa e il CEE Centro di Sperimentazione Teatrale di Pontedera (Pisa) partecipa come attore in diverse produzioni fino al 1996. L’interesse per il teatro e la psicanalisi lo portano in oriente per approfondire gli studi sulle discipline orientali. Dal 1996 passa alla regia presentando numerosi spettacoli nell’area di Firenze e nel 2009 grazie al sodalizio con Marco Toloni fonda l’Associazione EsTeatro, firmando a quattro mani la regia di tutte le produzioni dell’Associazione.
Dal 2001 conduce stages e laboratori per la formazione attoriale e dal 2009 dirige il percorso di formazione attoriale organizzato da EsTeatro.
Da anni inoltre collabora a progetti socio-riabilitativi attraverso l’attività teatrale con il “Centro di Salute Mentale” del MOM4 FI e conduce corsi di comunicazione attraverso il linguaggio teatrale legati a progetti di reinserimento lavorativo per detenuti.
Dal 2003 collabora inoltre con Caritas Firenze svolgendo attività teatrale finalizzata alla messa in scena di spettacoli con la partecipazione degli utenti.
Nel 2019 è co-fondatore e presidente di Teatro Come Differenza, associazione che produce spettacoli con i centri di salute mentale di Firenze e aerea metropolitana, partecipando a numerose residenze artistiche sul territorio. Nel 2019 si diploma presso il CAE – Centro di Avviamento all’Espressione- Teatro Nazionale- Teatro della Pergola dove è tutt’ora docente del Metodo Orazio Costa Giovangigli.
attore | fabio rubino
Si diploma presso la Scuola di improvvisazione “Teatro d’Almaviva” di Firenze con la direzione artistica di Duccio Barlucchi, insegnante ed attore della LIIT e fa parte della Compagnia per i successivi tre anni durante i quali ha la possibilità di studiare con Antonio Tassinari, tra i fondatori del Teatro Nucleo di Ferrara, e la Compagnia Familie Floz nei seminari sulla maschera.
Entra poi nella Compagnia EsTeatro di Firenze sotto la direzione artistica di Paolo Biribò e Marco Toloni, dove studia e lavora per oltre otto anni consolidando l’esperienza attoriale in numerose produzioni. In questo periodo collabora con Radio Rai come speaker radiofonico per diversi programmi storico-culturali e lavora come doppiatore per due series televisive americane. Dopo tre anni di formazione sul metodo Costa con Gianluigi Tosto, si specializza con il Cesvot sul teatro e disabilità affrontando la prima docenza nel Teatro sociale e dirigendo un gruppo di ragazzi presso il Centro polivalente Gavinuppia di Firenze.
Lavora presso la Compagnia Kymera Teatro, successivamente per il Teatro di San Casciano (Firenze) e la Compagnia Giardini dell’Arte (Firenze). Per il cinema, è stato protagonista di diversi cortometraggi, uno di questi premiato come miglior attore dal regista Enzo G. Castellari.
E’ stato diretto da registi come Cinzia TH Torrini e Pupi Avati, quest’ultimo nella serie tv per Rai Fiction “Un Matrimonio”.
Di recente ritornato in Puglia, collabora nel Progetto Video-musicale Music Platform come voice-over delle puntate del format 2020-2021.
autore | chiara guarducci
Poeta e drammaturga inizia il suo percorso debuttando nel 1999 al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino.
Barbara Nativi inserirà i suoi primi due monologhi (“Lucifero” e “La carogna”) in INTERCITY PLAYS 2000, raccolta di drammaturgia contemporanea internazionale. “Camera ardente” chiude questa trilogia di eccessi sul ciclo della vita, che verrà pubblicata sotto il titolo “La neve in cambio” nel 2002, edizione Petite Plaisance.
Con la stessa casa editrice esce “Bye Baby Suite” (2016), testo sull’ultima notte di Marilyn Monroe, spettacolo che ha girato dal 2009 al 2018 per i più importanti festival e stagioni teatrali, tra cui La Versiliana (2012).
Alla scrittura e rappresentazione di “Tempestati” (2010) sul congedo dall’infanzia e la relazione tra ispirazione e siccità, segue la commedia noir “Martha e Raymond” (2012), con Sonia Coppoli e Antonio Branchi.
Con i monologhi “Il signor Peri” e “il bidone” vince diversi premi e vincono per l’interpretazione anche le relative interpreti: Sonia Coppoli e Laura Cioni. Il primo è un estratto da “Il condominio” (2016), radiografia dell’alienazione contemporanea attraverso la ‘lente’ allucinata di un registro grottesco.
Degna di nota la regia curata da Alessandro Baldinotti nel 2018. “il bidone” deriva da “IO SONO” (2016), giostra di corti circuiti sull’identità.
Tra gli altri lavori, da segnalare “A nudo” (2017), diretto da Paolo Biribò, spettacolo che entra nelle intimità laceranti dei malati di HIV, “Follie d’amore” con Laura Cioni (2017), poetico affondo negli amori delle celebrità dell’arte e della letteratura e “I Casi di Freud”, diretto e interpretato da Laura Cioni, che debutta nel 2017 all’interno del Piccolo Festival dei Casi di Freud e replica in versione online nel 2020-21 all’interno della rassegna Freud a Teatro promossa dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia.
Nel 2018 pubblica “Monologhi” edizioni Titivillus. Ultimo opera teatrale “Love Lee” (2020), con Laura
Cioni e le musiche originali di Giovanni Sabia.
Press
TGR Toscana
Teatro, Lucifero in scena all’Antella
Gufetto
LUCIFERO @Teatro Comunale dell’Antella: struggente metafora della caduta nel mondo