di Andrea Bendini – regia di Alessandro Cevenini
con Giusi Merli e Salvatore Urzi
LO SPETTACOLO
Isabella è l’ultimo lavoro, rimasto incompiuto, del drammaturgo fiorentino Andrea Bendini, scomparso nel 1997 a 53 anni. Del lavoro ci è rimasto l’impianto strutturale, ovvero la suddivisione in argomenti/ situazioni, una consistente parte dattiloscritta e quindi già stabilita dall’autore, una ventina di fogli di appunti manoscritti.
Per questa messa in scena è stata utilizzata tutta la parte dattiloscritta ed inserite, mantenendo l’impianto strutturale, alcune parti tratte dal manoscritto.
“Isabella Regina di Spagna, e delle Indie grazie a Colombo, giace nel suo letto, la mattina si sveglia. Chiede la sua colazione.
Colombo è l’unico servitore in questa assenza di tempo.
Colombo è l’unica prova in questa assenza di prove.
Colombo è l’unico uomo.
Colombo è l’unico grande ammiraglio di questo regno.”
“Quasi un monologo” fuori dal tempo storico, fra un’ Isabella di Castiglia ormai vecchia e un Colombo estremamente eloquente nelle sue risposte a monosillabi, in esso sono presenti i temi ricorrenti di tutti i lavori di Andrea Bendini: la mancanza di senso delle azioni umane, le inevitabili conseguenze del voler “andare avanti a tutti i costi” (massacri, degli ebrei come degli indiani come dei polli..), l’infinita ripetizione del quotidiano, l’annullamento del tempo in un eterno presente sempre uguale. Ma lo sguardo del poeta tragico, dopo Beckett, è lo sguardo di un’epoca la cui tragedia non ha più niente di serio e a cui non resta che ridere di se stessa, come può ridere disperato o ignaro lo spettatore, alle battute surreali dei protagonisti.
Il lavoro fu scritto pensando a Marisa Fabbri ed è ora affidato all’attrice Giusi Merli, che della Fabbri è stata allieva, e che ha coltivato un personaggio folle e lucidissimo, esilarante e poetico nel suo delirio disincantato di grande regina alle soglie della morte e forse della fine del mondo.
“La prima volta che ho letto “ISABELLA” ne sono rimasto affascinato, immaginando uno spazio enorme dove Isabella e Colombo trovavano posto come due icone, che direttamente e indirettamente mi ponevano delle domande alle quali ho poi avuto la responsabilità di dare delle risposte. La mia messa in scena ha la speranza di suscitare nel pubblico la stessa necessità di dare le risposte alle domande che il testo propone.”
Alessandro Cevenini
Lo spettacolo è andato in prima nazionale al festival “Carpe Diem” di Montevecchio (Sardegna)
Ripreso al Teatro Comunale di Antella (Toscana) all’interno di “Fu un viaggio passeggero il mio” ciclo di eventi dedicato all’opera di Andrea Bendini
DUE RIGHE SU ANDREA
Andrea Bendini, nato nel 1944, ha vissuto a Firenze la grande stagione del teatro degli anni ’70 e in quegli anni è stato tra i fondatori del gruppo “I burattini crudeli” rinnovando il teatro di marionette e burattini per adulti. Fu lui a introdurre in Italia il termine Teatro di Figure mutuandolo dal tedesco FigurenTheater.
Dopo alcuni anni a West Berlin, è stato direttore artistico del Teatro Humor Side a Firenze, e ha collaborato con Ferruccio Masini, della cattedra di lingua e letteratura tedesca e Cesare Molinari della cattedra di Storia del Teatro e dello Spettacolo dell’Università di Firenze .
Come germanista ha tradotto opere dal tedesco e ha collaborato con l’Istituto di Cultura Tedesca Villa Romana.
Alcuni dei suoi lavori teatrali (“Frammenti per la morte di Giuda” 1971, “La Morte Madrina” 1976 “L’allevatore” 1995) sono stati segnalati al Premio Riccione, diversi rappresentati, a Siracusa (“Prometeo” 1978) e a Firenze (“Alcesti- una commedia criminale”1980, “Tristano apocrifo” Lucca 1983, “Breakfast- le ceneri di Atreo” 1984)
L’ultimo suo lavoro rappresentato , “Ratto- ein Rattenspiel” per burattini e attori , è andato in scena nel 1994 al Teatro Studio di Scandicci interpretato dallo stesso autore.