I nostri primi vent’anni
21ott19:00I nostri primi vent’anniInaugurazione mostra
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Le stagioni del Teatro Comunale di Antella sono state sempre ispirate dall’opera di un artista. Mi ricordo venticinque anni fa o più indietro ancora, quando non gestivo uno spazio ed ero
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Le stagioni del Teatro Comunale di Antella sono state sempre ispirate dall’opera di un artista.
Mi ricordo venticinque anni fa o più indietro ancora, quando non gestivo uno spazio ed ero ramingo e ci portavamo le scene, i costumi, tutto dietro. Era ben duro trovare ogni volta un’ospitalitá, una casa ad accoglierci per poi ripartire ogni volta nudi come il primo giorno. Ed io pensavo che era importante trovare uno spazio per mettere radici, per poter crescere. Era il tempo della gioventù: ne avevamo la forza e l’incoscienza.
Poi successe che una madre, Anna (le svolte hanno sempre un’iniziativa femminile), mi parló di un teatro in ristrutturazione perché un assessore (Giovanna, anche lei una donna) aveva trovato i finanziamenti nel Comune di Bagno a Ripoli. E allora mi informai, attraverso altre donne (Roberta e Giuliana) per visitarlo e conoscerlo. E non fu facile ottenerlo da un uomo, dovetti combattere e sconfiggere altri uomini, lottare. Poi un’altra donna (Elena)me lo consegnó. E dovetti lavorare, non considerare più mio e tuo, anzi far del mio il suo (del teatro), farlo crescere del mio e di quelli che mi avevano dato fiducia (Raoul ed Elisabetta). Era il tempo dell’inizio.
E cominciai a realizzare i miei sogni, a giocare con i miei compagni; era tutto da costruire, era tutto da inventare: e trovai colleghi di lavoro capaci e fedeli con i quali scambiare la fatica dolce del cominciare le cose (Simone). Cominciai a chiedere aiuto agli amici per poter riempire lo spazio, per dargli vita, attraverso i consigli sinceri delle persone care (Cecilia) per scegliere i compagni giusti di viaggio.
Era il tempo del fare.
Poi ci fu il tempo del distacco (il periodo in cui fui chiamato lontano) e dovetti consegnare, delegare, come quando si lascia un figlio in altre mani: si deve affrontare la crescita, nostra prima di tutto. E si cominciano a subire le prime delusioni, le prime sconfitte: il tempo in cui si vorrebbe vederlo crescere in fretta il figlio, dargli tutto perché diventasse uno dei migliori. Ma dovevo ancora imparare e sbagliare, dovevo dare tempo al tempo: ogni crescita contiene il suo tempo. E con esso anche le prime perdite, i primi dolori e mancanze. Il tempo in cui devi imparare a fare senza; senza l’indispensabile (Roberto).
Ma ogni cambiamento porta del nuovo e cosí, senza nemmeno accorgersene, era già entrata la rinascita: considerando il teatro come un tuo figlio, sperando con lui che tutto quello che fai è solo il meglio che riesci a dargli, lavorando con coscienza e procedendo con onestà; questo ha portato all’avvicinamento di altre forze buone che ti aiutano ad andare avanti (Priscilla prima di tutto, insostituibile).
E quello che era iniziato tanto tempo fa oramai è cresciuto e ti rendi conto che hai costruito qualcosa che non esisteva, e hai dato un servizio alla comunità, hai permesso di sognare e crescere insieme a te molte persone, ad un territorio, a delle idee. Ti sei creato concorrenti, e questo è positivo perché hai creato una struttura sociale che non esisteva prima; ti sei reso conto che tutto ció che hai fatto l’hai fatto con gli altri e per gli altri e solo per questo è stato possibile.
Da pochi anni lo spazio del teatro ha figliato in una carrozza realizzata per il volere di tutti, per primo dell’amministrazione comunale, per accrescere i servizi di uno spazio che se l’è, credo, meritato per il lavoro svolto.
Adesso è il tempo di pensare al futuro, é tempo di cercare nuovi terreni inesplorati in cui perdersi, é tempo di dedicare tempo agli altri per poter assicurare un domani a chi è appena arrivato e che è determinante nell’oggi e al teatro stesso, alla tua casa e famiglia a cui hai dato vita, perché di questo si tratta. Tutto ciò non sarebbe stato possibile e non lo sarà, senza l’accompagnamento costante e paziente, fedele e fertile di idee, di un’altra donna, mia moglie Alessandra.
Riccardo Massai
La mostra raccoglie tutte le opere d’arte degli artisti (J-M. Folon, S. Campeggi, A. Possenti, E. Faraoni, G.Talani, G. Ghelli, F. Ionda, B. Ceccobelli, M. Raugeri, I. Staino, P. Masi, M. Guasti, M. Pecchioli, M. Monaco, L. Mattotti, A. Calisi, C. Ciucchi) che, oltre a suscitare i manifesti delle venti stagioni teatrali (attraverso la grafica di ZonaZero e di S. Lucherini), hanno creato una collezione di ricordi preziosi che ci accompagna in questi nostri primi vent’anni.
Segue cocktail di benvenuto.
E per tutti un open mic per interventi e ricordi e l’immancabile taglio della torta: a chi si presenterà con una foto tessera verrà offerto un cocktail speciale.
Quando
(Sabato) 19:00
Location
Vagone della Vedova Begbick
Via Montisoni, 10 Bagno a Ripoli
Prezzi
Ingresso Gratuito
- Current Month
dicembre, 2024