Giovedi 4 Giugno ore 21,15
Perchè esserci: Perché la lettura di un grande autore ebreo contemporaneo su un tema sempre attuale può arricchire di una prospettiva diversa da come, invece, la maggioranza intende farci credere.
Si respira un’aria antica in questo “pezzo per il teatro” tratto dall’ultima raccolta di racconti di Nathan Englander autore nato a New York nel 1970 ma giovanissimo trasferitosi in Israele per diversi anni, per poi ritornare negli Stati Uniti, dove vive tutt’oggi. C’è il grottesco di Gogol’ e l’ineludibilità di Kafka, l’intelligenza caustica di Philip Roth e intorno a tutto, incontenibile, liberatoria, un po’ sacrilega, una sonora risata. Due coppie diversissime fra loro – ebrei ortodossi residenti a Gerusalemme gli uni, americani non praticanti gli altri – siedono intorno a un tavolo (come nel racconto, ormai classico di Raymond Carver Di cosa parliamo quando parliamo d’amore) e, tra i fumi dell’alcol e della marijuana, discutono, non di amore e incomunicabilità, come nell’illustre antecedente carveriano, ma di identità e fede. Fino alla prova che scuote le certezze, il «gioco di Anne Frank»: in caso di un secondo Olocausto, quale Gentile mi sottrarrà al mio destino?.
per il Giorno della Memoria
DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI ANNE FRANK
di Nathan Englander
Presso La Comunità Ebraica di Firenze – Via Farini 4
Durata 60’ – INGRESSO LIBERO
con Michele e Monica Hagen, Igina Leoni e David Liscia
a cura di Riccardo Massai
produzione Archètipo